Gli articoli si guardano, le fotografie si leggono (Arrigo Benedetti)







giovedì 5 luglio 2012

London Velonotte 2012 alla Blue House. Dolce, allegra Blue House






























Se il tema di ricerca di FAT (Fashion Architecture Taste) è il rapporto tra architettura e comunicazione la Blue House spiega bene cosa loro intendono per linguaggio chiaro, esplicito e diretto, nel comunicare “cosa” una cosa è.
L’incarico richiedeva la realizzazione di una casa che fosse anche ufficio. Ed eccoli lì insieme i due edifici fronte strada, uno incollato all’altro, in sequenza gerarchica (prima la casa e poi il lavoro). Un disegno che penserebbe anche un bambino, per indicare la sagoma di una casa –come nelle favole- e la sagoma di uno spazio di lavoro –come nei sussidiari delle elementari- a padiglione industriale finestrato. 
E se il progetto parte così, il gioco non può che continuare: l’ironia della finestra che entra nel comignolo, i segni al negativo di un albero o di una nuvola nel muro di recinzione, una finestra grande su strada, come una vetrina delle prostitute ad Amsterdam (cfr. citazione dello stesso Sean Griffiths). 
FAT Architects frequentano la storia dell’architettura, la praticano, la conoscono bene e la usano, come è evidente, in ogni dettaglio. E gli interni della Blue House lo dimostrano. 
Spazi ritagliati e su misura per ogni esigenza, contrappongono sofisticati ambienti loosiani ai giochi ghirigori “open air” (lasciati appunto fuori). Una casa costruita nella casa. Il fronte interno è arretrato rispetto alla facciata a creare uno spazio intercapedine a tutta altezza. Al terzo livello una “gabbia” in metallo fa da ponte verso la finestra ed è pensata anche per uno dei giochi preferiti dai bambini quando amano buttar giù oggetti dal balcone: qui possono farlo liberamente, magari mentre papà e mamma sono a cena con gli amici, tanto qualsiasi cosa si lasci cadere, cade in casa (o in testa a qualche ospite).
Per le zone private interni in rosa, blu polvere e giallo, alla maniera di Bruno Taut, maestro del colore e del suo potere comunicativo, nella Berlino degli anni '20. Porte vicine e a diversa altezza per creare illusioni prospettiche. In camera da letto una serie di 18 finestre riquadrate a griglia sono quelle dell’edificio industriale (memoria di) che appariva all’esterno. Omaggio a Venturi, Taut e storia che insegna. Chapeau!


La Blue House di FAT era nel circuito di Velonotte 2012 per il

























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