Gli articoli si guardano, le fotografie si leggono (Arrigo Benedetti)







venerdì 10 febbraio 2012

A Room for London: camera con vista sul fiume. Solo per una notte, capitano Marlow

C’è un viaggio da fare, si parte dal tetto della Queen Elizabeth Purcell Room nel cuore del Southbank Centre a Londra. Dura una notte il viaggio e oltre al pigiama è consigliabile avere con sé una copia di Cuore di tenebra di Joseph Conrad: può tornare utile, nel corso del viaggio. Una volta a bordo si può scegliere tra due opzioni (tanto l’una porta all’altra): considerarsi equipaggio della Nellie, in attesa del riflusso della marea, rapiti nell’ascolto del racconto di Marlow; o di più, immaginarsi capitano, lo stesso del Rois de Belges, ovvero Marlow in persona, pronti a salpare verso il buio. Marlow partì nel 1890 verso l’Africa nera del Congo a scoprirne gli orrori, oggi la barca sul tetto è un invito a ripetere quel viaggio, ad attraversare la conoscenza di sé, l’oscurità dei propri limiti, nostri e del mondo. Tutto in una notte.
La Rois de Belges è venuta in mente a David Kohn e Fiona Banner per partecipare al concorso “A Room for London” proposto da Living Architecture e Artangel per le celebrazioni delle Olimpiadi 2012: nel bando si chiedeva di progettare una stanza (suite di un insolito hotel) su un luogo alto e panoramico lungo il Tamigi.
E loro hanno pensato ad una barca. Dentro c’è tutto: la camera da letto con i letti che slittano, a seconda che si sia a bordo con un amico (letti alle pareti) o con qualcuno con cui si renda necessario che i letti si uniscano al centro della stanza, per ottimizzare l'esperienza sensoriale che ci attende a bordo. C’è la cucina, comoda per una cena self-catering e per la colazione al mattino; il bagno con oblò panoramico; il soggiorno con la libreria e su, in cima alla scaletta retrattile, la cabina di vedetta.
Living Architecture non è nuova ad esperienze di questo tipo: è sua l’idea di chiedere ad alcuni tra i migliori architetti al mondo, di progettare case in siti particolari del Regno Unito, da affittare per soggiorni vacanza.

La barca si sporge un po’ oltre il bordo del tetto verso il fiume, e verso l’alto svetta invece con l’albero a telaio piramidale, a mo' di guglia, adornato di tre eliche come tre mosche, che segnalano la direzione del vento.
A dirla tutta non è che da quel tetto, dal punto preciso in cui si trova il Rois Des Belges, il panorama sul fiume sia poi così diverso da quanto si osserva da postazioni analoghe lì intorno: le terrazze sospese del National Theatre, ad esempio. E allora a cos’altro guardare? Con la barca/suite Kohn e Banner ci invitano a guardare “attraverso” quel panorama -che pure, già in sé stupisce-. La camera da letto sospesa nel vuoto, diventa luogo di meditazione, in cui registrare e assorbire le proprie reazioni a quello scenario abbacinante per bellezza, durezza e contraddizioni. Guardare fuori per guardarsi dentro. Una notte di viaggio: assorti nell’ascolto -di quel che avviene intorno e di quel che ci succede- come gli uomini d’equipaggio della Nellie, rapiti nel racconto di Marlow; oppure immersi nel viaggio stesso, oggi non più intrapreso per colonizzare le terre “bianche” popolate dai neri del Congo (così erano rappresentate sulle antiche carte nautiche le terre inaccessibili), ma viaggio di ricostruzione degli errori commessi dalla "società occidentale" nella sua continua rivalsa di onnipotenza sul “diverso da sé”, tema centrale di Cuore di Tenebra.
Il vascello è in sé è semplice, quasi rudimentale. Ha un che di giocoso, appare come una installazione temporanea da lunapark, una di quelle giostre che all’improvviso fanno volute e acrobazie. E invece la cura del dettaglio ne fa un’opera tutt’altro che provvisoria o di facile "consumo". Ha la purezza, la serietà di un lavoro di pregiatissimo artigianato navale col legno tinto in mogano e le rifiniture modellate a mano in oro e argento. Precisione millimetrica nei giunti e nel dialogo fra i materiali (non solo tautologia nel nome di -Millimetre Ltd- i costruttori in cantiere). David Kohn dichiara in questo, un tributo a Jhon Soane: spazi piccoli che aprono su altri e altri ancora e racchiudono un mondo, dove ogni particolare risponde alla pazienza del collezionista, tra passione storicista e amore per l'utopia. Poesia.
Dalla barca sul tetto si sentirà certo il rullare dei treni della vicina stazione di Embankment; disturberà eccome il via vai degli autobus sul Waterloo Bridge, ma c’è anche il cielo, le nuvole, l’acqua marrone del Tamigi, le maree, la notte, l’alba e .. Londra!
Cuore di tenebra si può leggere di un sol fiato in una sola notte, o per frammenti –in una sola notte- alternandolo a due ore di sonno, un tè caldo e uno sguardo lungo sul fiume, in attesa che salga la marea.
Appartarsi dunque per “stare dentro”, in uno spazio intimo che ha la stessa confidenza domestica di una barca di fronte alla vastità del mare aperto. Uno spazio sospeso al centro di una città, centro del mondo, dove lasciare che siano i sensi a condurre il tempo. Intimo e insieme epico, avventura e insieme nostalghia, questa volta sognare è vivere. L’Architettura serve a questo.  

So sorry: per il 2012 l’hotel per una notte è ormai sold out. Le prenotazioni si sono aperte in due occasioni per i due semestri dell’anno e in entrambe le occasioni le 180 notti disponibili sono state prese in soli 12 minuti.


                           
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A Room for London è una collaborazione tra Living ArchitectureArtangel, insieme a Southbank Centre ed il London 2012 Festival.  
Scrittori musicisti e artisti abiteranno "The Room for London" nel corso dell'anno per raccontare emozioni, ognuno a suo modo. 
Da gennaio hanno cominciato
previsti fino ad ora Jeanette Winterson, Laurie Andreson, Wildbirds & Peacedrums e Heiner Goebbels.
Per la sezione Cuore di Tenebra abiteranno a bordo per più giorni, "clandestini" come David Byrne, Jeremy Deller e la stessa Fiona Banner che metterà in scena per la prima volta il film scritto e mai diretto di Orson Welles Heart of Darkness.
Il Programma Artistico è curato da Artangel


Photos: Charles Hosea





























Aria ai cuscini, pronti per un'altra notte a bordo, capitano Marlow

3 commenti:

  1. L'impressione predominante dalla terraferma (in tutti i sensi) italica è che l'architettura londinese contemporanea non conosca limiti, tutte le sfide sono possibili e non c'è territorio che non venga esplorato; non si ha paura di cambiare la città e, al contempo, i possibili punti di vista su di essa. Resta solo una perplessità: se tutto si può fare, alla fine non si rischia l'effetto luna park(anche se di altissimo livello)? interessante reportage, comunque, grazie alla padrona di casa.

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  2. Sembrerebbe essere un gioco, un raffinatissimo gioco, quello che emerge dal testo di Emilia Antonia De Vivo, e dunque immediatamente seduttivo per la forte suggestione che da esso si sprigiona e grazie anche ad una scrittura mobile ed elegante, che ne disegna amabilmente l'andamento. Ma presto, rileggendolo, il gioco si fa serio e ti assalgono domande inquietanti.
    Perchè salire a bordo di una metafora, sospesa e galleggiante nel mare d'aria che sovrasta Londra?
    E da lassù seguire la sua vena d'acqua dolce lungo il suo corso, finchè allargandosi in più direzioni nell'ampio estuario non si perde nella ben più vasta massa liquida salata, che alla città da sempre fu via maestra per dominare con la forza il mondo e farsene bella?
    Perchè introdursi in questo singolare osservatorio, luogo di arrivo e di partenza di un viaggio nella memoria, fingendosi ospiti della Nellie di Marlow, ripercorrendo con gli occhi dei suoi oblò,gravidi di lucido passato,lo spazio tormentato della metropoli, le sue strutture più vistose e ingombranti, le sue glorie smaglianti ed equivoche, le sue splendide simmetrie dietro cui si celano fratture e brutture, il suo controverso essere nel tempo, denso di sedimenti al chiaroscuro e di strati originari delle epoche più buie evocate da Marlow?
    Forse "per smaltire un carico di nostalgia" , dice nel libro Le Città invisibili di Italo Calvino il Gran Kan Kublai, imperatore dei Tartari, a Marco Polo che gli racconta dei suoi viaggi e delle città visitate ; per poi aggiungere deluso "Con la stiva piena di rimpianti fai ritorno dalle tue spedizioni, magri acquisti,.... confessa cosa contrabbandi, stati d'animo, stati di grazia, elegie"
    E Marco Polo, l'infaticabile viaggiatore, vedendo che la nuvola che nasceva dal fumo delle loro pipe ora si dissolveva su un filo di vento, ora restava sospesa a mezz'aria, pensò che la risposta fosse proprio in quella nuvola, nel suo farsi e disfarsi. " Il diradarsi dei vapori addensati sul mare e sulle montagne svela città lontane e fa più chiara e trasparente la forma delle cose distanti. Ma la stessa nuvola densa e lenta, appena uscita dalle loro labbra fumanti, rimandava ad un'altra visione: le esalazioni che ristagnano sui tetti delle metropoli, il fumo opaco che non si disperde, la cappa dei miasmi che pesa sulle vie bituminose. Non le labili nebbie della memoria, nè l'asciutta trasparenza, ma il bruciaticcio delle vite bruciate che forma una crosta sulle città, la spugna gonfia di materia vitale che non scorre più, l'ingorgo di passato presente futuro che blocca le esistenze calcificate nell' illusione del movimento: questo trovavi al termine del viaggio" L'avventura dei nostri intrepidi viaggiatori londinesi sul vascello di Marlow, è dunque da vivere con animo forte e mente critica per sondare nel profondo la propria identità e il suo spessore travagliato e controverso come quello della loro città.
    Forse,oltre a Cuore di tenebra di Joseph Konrad, non dovrebbero farsi mancare durante il loro viaggio di una notte, Le città invisibili di Italo Calvino.Due grandi suggestioni letterarie interagenti complicano forse la breve esperienza,ma potrebbero renderla memorabile. guido.sesto@yahoo.it

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  3. Questo blog è favoloso!! <Complimenti!!! L'articolo poi è troppo bello, ancora complimenti!!!!

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