Gli articoli si guardano, le fotografie si leggono (Arrigo Benedetti)







mercoledì 8 febbraio 2012

Ai Weiwei Herzog & De Meuron. The Serpentine Pavilion 2012: digging to find out


Quest’anno lo fa Ai WeiWei insieme ad Herzog & De Meuron.
Hanno deciso di scavare più che costruire: il già-fatto è più del da-fare, va dunque conosciuto meglio e raccontato ancora. Hanno deciso di scavare le fondazioni degli undici padiglioni che dal 2000 li hanno preceduti. O meglio i resti, i frammenti di quelle costruzioni. Non sanno cosa troveranno, questo è il senso di tutto: non tanto dare forma ad un significato (tema d’anno del concorso Serpentine), non tanto creare un oggetto, ma trovarlo -quel significato- nell’oggetto che c’era, nelle forme fatte e abbandonate, di certo mai viste perché a ciò non deputate, in quanto sepolte. Per ogni vecchio padiglione verrà alzata una colonna a simbolo di quel che c’era.
I visitatori questa volta dovranno guardare sotto il prato della Serpentine, se vorrano capirci qualcosa, sarà lo scavo “archeologico” a raccontare ed esplorare la storia nascosta dei suoi padiglioni estivi.
Lo scavo sarà profondo 5 metri fino a raggiungere la falda acquifera sottostante. Stratificazione fisica nella stratigrafia del terreno e storica, nella stratigrafia degli anni, attraverso le forme e i materiali diversi, dei padiglioni che hanno scandito gli undici cicli di un concorso unico al mondo, inventato nel 2000 dalla Serpentine. Gran parte del lavoro sarà destinato alla catalogazione ed identificazione dei ritrovamenti, nel cercare di capire a cosa siano appartenuti, a quale padiglione, risalendo a quelli, dai ferri, dalla loro de-formazione, dal colore, (da quanta ruggine li ha corrosi nel tempo?). Sostanza del lavoro sarà rendere visibile l’invisibile: l’acqua sotterranea e le tracce sepolte, alla stessa stregua degli impianti di servizio urbani, reti telefoniche, elettriche, idrauliche. Dal groviglio la forma. La forma è data, basta trovarla e renderla conoscibile, esperibile. Un paesaggio unico– diverso - da qualsiasi cosa si sarebbe potuto inventare ex novo.
Valenza psicoterapeutica collettiva nel lavoro analitico di Ai Weiwei ed Herzog&DeMeuron: voltarsi indietro –scavare- per osservare le azioni compiute in passato, e poterlo fare con distacco e senso critico. Accettare nel percorso a ritroso, che oggi quelle azioni sono diventate “altro”, magari brutte, aggrovigliate, indistinguibili, ma interessanti “insieme” –collegate- inaspettatamente l'una all'altra, nel processo in cui si sono costituite.  
Lo scavo avrà un tetto come nei cantieri archeologici. Sarà però un tetto d’acqua, piattaforma/contenitore, lente riflettente i cieli di Londra. Il tetto-vasca verrà svuotato periodicamente in occasione di eventi. L’acqua andrà giù nello scavo, come a simulare tutta la pioggia che cade a Londra, e il tetto a secco sarà la vera e propria zona d’uso del nuovo padiglione, invasa dalla gente, come sempre si è fatto nel corso degli anni. La copertura tetto-acqua poggerà proprio sulle colonne erette a testimonianza degli undici pregressi padiglioni. La dodicesima colonna rappresenterà il lavoro in corso.
È la prima volta che il padiglione della Serpentine viene progettato a più mani ma la scelta è voluta per segnare la continuità tra i Giochi Olimpici di Pechino e le Olimpiadi di Londra. Ai Weiwei e Herzog & De Meuron portano a Londra la staffetta dell'arte che incontra l'architettura come nel "nido cosmico" dello stadio olimpico di Pechino.

 
PETER ZUMTHOR The Serpentine Pavilion 2011
JEAN NOUVEL The Serpentine Pavilion 2010
KAZUYO SEJIMA AND RYUE NISHIZAWA -SANAA- The Serpentine Pavilion 2009
Opening
The Serpentine Gallery Pavilion 2012 designed by Herzog & de Meuron and Ai Weiwei will open from June – October 2012.
Serpentine Gallery Pavilion History
The Pavilion architects to date are: Peter Zumthor, 2011; Jean Nouvel, 2010; Kazuyo Sejima and Ryue Nishizawa, SANAA, 2009; Frank Gehry, 2008; Olafur Eliasson and Kjetil Thorsen, 2007; Rem Koolhaas and Cecil Balmond, with Arup, 2006; Álvaro Siza and Eduardo Souto de Moura with Cecil Balmond, Arup, 2005; MVRDV with Arup, 2004 (un-realised); Oscar Niemeyer, 2003; Toyo Ito and Cecil Balmond - with Arup, 2002; Daniel Libeskind with Arup, 2001; and Zaha Hadid, 2000.
Serpentine Gallery Pavilion Commission
The Serpentine’s Pavilion commission, conceived in 2000 by Gallery Director Julia Peyton-Jones, has become an international site for architectural experimentation and has presented projects by some of the world’s greatest architects. Each Pavilion is sited on the Gallery’s lawn for three months and the immediacy of the commission – a maximum of six months from invitation to completion – provides a unique model worldwide.
Funding
There is no budget for the Serpentine Gallery Pavilion commission. It is paid for by sponsorship and sponsorship help-in-kind, as well as the sale of the finished structure, which does not cover more than 40% of its cost. The Serpentine Gallery collaborates with a range of companies and individuals whose support makes it possible to realise the Pavilion.





2 commenti:

  1. Il testo è molto interessante e pregevole,ha suscitato in me un ricordo culturale di valore altissimo
    "Trovare il significato nell'oggetto che c'era, nei frammenti, nei resti",così è scritto, è proprio uno scavare da poeti:vedi un brano di Rainer Maria Rilke tratto da I quaderni di Malte Laurids Brigge.A rinviare a questo brano e a riportarne il testo è Martin Heidegger nel suo "I problemi fondamentali della fenomenologia"da pag.164 . Si parla di case che non c'erano più,demolite da cima a fondo,accanto ci sono altre case che un giorno avevano fiancheggiato quelle distrutte.Solo un muro sopravvive del vecchio tra le macerie, e segni ,tanti segni lungo esso di antica vita,che il poeta sorpreso coglie subito,riconosce senza averli mai visti,li sente dentro di lui,come fossero di casa."Il mondo,cioè l'essere- nel -mondo,che per Rainer è vita, scaturisce in maniera elementare a noi dalle cose" è questo il commento di Heidegger.Si legge ancora neI testo di Mirtilli,"voltarsi indietro –scavare- per osservare le azioni compiute in passato, e poterlo fare con distacco e senso critico. Accettare nel percorso a ritroso, che oggi quelle azioni sono diventate “altro”, magari brutte, aggrovigliate, indistinguibili, ma interessanti “insieme” –collegate- inaspettatamente l'una all'altra, nel processo in cui si sono costituite. " Per Heidegger " tutto ciò è la scoperta progressiva dell'esistenza come essere-nel -mondo e ciò che essa esprime permette di far vedere agli altri (i non poeti),che prima erano ciechi,il mondo".Ecco allora come scavi eccellenti esposti allo sguardo degli uomini possono avere grande valenza poetica e filosofica. guido.sesto@yahoo.it

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  2. http://www.casaeclima.com/index.php?option=com_content&view=article&id=6339%3Ala-deriva-dellarchitettura-secondo-leonardo-benevolo&catid=48%3Aparere-di&Itemid=80

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