Racconti di quartiere 1: a piedi per il barrio Eixample di Barcellona, un'esperienza fuori dalla folla. Verso la scoperta di uno stile borghese, discreto ma assertivo
Una passeggiata per L’Eixample di Barcellona ci tira via dai
circuiti turistici più affollati e ci immerge pian piano, a piedi,
in ritmi e consuetudini di una parte molto speciale della città. Lo stile
borghese, discreto ma assertivo, emerge in ogni palazzo con un carattere unico
suo proprio, eppure in grande armonia con il resto. La ripetizione della
geometria della ‘manzana’, l’isolato quadrato che distingue il quartiere
unico al mondo, camminando diventa avvolgente, ci educa al bello, al gusto di
un dettaglio, attratti da una finestra o una balaustra, dagli affreschi che
ricoprono intere facciate. L’attualità del progetto visionario di Ildefons
Cerda del 1859, si mostra oggi a Barcellona in tutta
la sua carica creativa. Alle opere dei modernisti catalani da Gaudì (nelle
foto sotto, casa Batllo e dintorni) a Domenech i Montaner, si
affiancano in sintonia perfetta i progetti contemporanei più arditi, che si
tratti di un nuovo innesto in facciata o del design di interni totalmente
rinnovati.Far tappa ad un caffè o
a un ristorante, o semplicemente seduti su una panchina, val bene il gusto
lento dell’osservazione. Un modo per esplorare può essere collezionare visite
ai bar dei nuovi hotel, in bella mostra su Paseo de Gracia o Layetana, o
nascosti, da scoprire, nelle maglie di ‘dreta’ o ‘isquierda’ dell’Eixample. Facile imbattersi nella coda
d’attesa di uno dei panifici più buoni della città, e scoprire solo dopo, che
si tratta (anche) dell’ingresso/reception al Praktik, uno degli
hotel più bizzarri del momento.Facile
imbattersi in luoghi in cui i tratti speciali di Barcellona, si ripropongono in simbiosi
creativa tra racconto di vita quotidiana ed esperienza urbana.
Al Room Mate Carla, ultimo nato in città, si fa
un viaggio psichedelico tra storia e contemporaneità, con un tributo d’onore al
Modernismo d’inizio secolo. La galleria su strada, pezzo d’arte che
distingueva status ed eleganza di chi abitava al piano nobile, qui è rivisitata
come soggiorno cool ad effetto magnetico. Difficile infatti venir via, facile
trovar pretesto, per indugiarvi ad ogni ora del giorno. Quel piano in
particolare, gode di un'ariosa doppia altezza, raffinati decori e stucchi
bianchi in pieno stile modernista catalano. Lo spazio-finestra abitabile,
denominato galleria, era privilegio esclusivo delle proprietà che potevano
esibirla; una vetrina su strada da dove guardar fuori ed esser visti; come uno
stare in strada, ma in posizione privilegiata, in poltrona nel salotto buono di
casa, a sorseggiare un tè, o meglio un vermouth, il drink che si offriva a
casa, oggi ultimo vintage-trend dei millennials. Tomàs Alìa,
progettista del Carla, ne ha interpretato magistralmente l’essenza e riproposto
in chiave contemporanea, il racconto di uno spazio ibrido, a metà tra il
privato e l’urbano. Giù al bar e alla reception, colori saturi di energia, dal
blu al viola al giallo, all’oro, fanno da contrappunto, a citazioni ironiche
quanto colte, dall’antica grecia all’impero romano. Il linguaggio è fresco,
adatto ad occhi giovani a cui raccontare con sguardo nuovo, il bello della
storia recente tra tradizione, ricerca e modernità in un discorso di continui
rimandi tra la città e la sua vita privata.Stesso gioco qualche isolato più avanti su Aragò, a due passi da Casa
Batllò.
Lorenzo Castillo si spinge da sempre nei
mix più audaci tra elementi pescati in epoche distanti e disparate. Ci racconta
come scatta la scintilla creativa e la sua passione per la ricerca di simboli
storici “L’ispirazione nasce dal visitare lo spazio da progettare. La prima
impressione di solito si rivela quella definitiva, ciò che immagino in quel
momento rimane spesso nel progetto. Dopo si tratta di ordinare quelle
suggestioni in un insieme armonico, in sintonia con la storia di quel luogo. A
volte comincio proprio da un dettaglio finale: un grande specchio in un punto
speciale, un materiale, una prospettiva. Mi ispira il Siglo de Oro spagnolo nel
periodo migliore tra il ‘600 e il ‘700. Tutto il Ventesimo secolo. Adoro il
Deco Bauhaus, i Quaranta francesi, i Cinquanta del Nord Europa e la Scuola
Italiana dei ’60 e ’70”. Una casa e un hotel hanno un approccio
progettuale analogo ma diverso “la casa è pensata su misura per chi la
abiterà. Un hotel è pensato con uno spirito creativo più libero, su misura per
la città, per chi viene ad abitarla, anche se per pochi giorni. Naturalmente un
grattacielo a New York è diverso da un convento a Firenze o una casa del 1930
nell’Eixample a Barcellona. Ho un rispetto filologico ossessivo dell’identità
di un’epoca, non mi piacciono per niente gli anacronismi”.
Gli arredi, nei palazzi borghesi di Barcellona, fanno sfoggio di cultura, spesso ispirata ad
una forma tutta locale di colonialismo da viaggio, colto, preferibilmente a
destinazione Indie o Sud America. Ecco che la parte di rappresentanza di casa,
la stessa camera da letto o ogni luogo possibile, si adornano di oggetti,
arredi e pezzi d’arte provenienti da ogni dove, ognuno denso della sua storia,
tutti insieme a crearne un’altra, che racconta la vita di chi ha speso una vita
a raccoglierli insieme. Al Room Mate Anna di Lorenzo Castillo, il
tema è l’India coloniale arricchito di sfide intrepide quanto stravaganti, ma
mai sopra le righe. Dalle pareti foderate di sottofondi marini e pesci
fluttuanti, agli enormi coralli rossi posizionati in nicchia a celebrare la
testiera del letto, il risultato è un ambiente intimo, raccolto ma giocoso,
evocativo quanto basta a ricordare di trovarsi in una delle città più vibranti
d’Europa dove tutto è consentito, se di buon gusto.
A casa con lo spirito della sharing economy, ma
con il lusso di un hotel accessibile a tutti
ROOM MATE, è una formula che propone l’hotel con l’idea di un
soggiorno a casa di un amico in città. Presente nelle zone più belle di
ogni città: New York, Miami, Città del Messico, Milano, Firenze, Madrid, Barcellona,
Malaga, Granada, Salamanca, Amsterdam e Istanbul, Room Mate ha ricevuto la
medaglia al Merito per il Turismo dal Consiglio dei Ministri. WiMate, la
connessione Wi-Fi gratuita anche in città, ha vinto il Premio come Best
Innovation in Digital Marketing al Worldwide Hospitality Awards; agli American
Travvy Awards nominato Best Overall Hotel.
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