Gli articoli si guardano, le fotografie si leggono (Arrigo Benedetti)







sabato 18 febbraio 2012

London-Paris 300 km/h. Why fly again? Posologia dell’Alta Velocità


Faccio un salto al mercato di  Mouffetard, hanno i formaggi più buoni della città. Ho il treno da St. Pancras alle 8.00. Aspettami, torno per cena (Londra: accordi quotidiani di un giovedi’ mattina).

Proust raccontava che <Il piacere specifico del viaggio sta nel rendere la differenza fra la partenza e l’arrivo la più profonda possibile> il viaggio deve far sentire la differenza fra due luoghi in <tutta la sua totalità>.
Se immaginare di unire due <individualità distinte della terra>, passare con la mente dal nome di una città ad un altro nome, dovrà sembrarci un <balzo miracoloso>, allora il viaggio–per dare il piacere del viaggio- deve essere capace di mantenere tutta la sorpresa che quel miracoloso balzo mentale ci ha promesso.
[Cosi’ Marcel Proust, annuncia il viaggio per Balbec con la nonna, in “All’ombra delle fanciulle in fiore”, novembre 1913].

Da un po' quel "balzo miracoloso" non avviene più solo nella velocità della nostra mente, da un po' di  tempo è possibile sperimentarlo addosso e vedere che effetto ci fa. Non è necessario allacciare le cinture di sicurezza. Ma -per esempio- sali sul treno a St. Pancras International di Londra, scendi alla Gare du Nord di Parigi dopo 2 ore e un quarto, e il balzo è compiuto.

La differenza fra la partenza e l’arrivo è profondissima, enorme lo stupore (Marcel Proust ne sarebbe contento) perché poco è intercorso fra ciò che hai appena vissuto nella città di partenza e ciò che farai in quella di arrivo. La mente si aspetta qualcosa di analogo a quanto ha visto fino a 2 ore prima, perché apparentemente nulla di insolito è intervenuto a turbarne la percezione (che so, un decollo e un atterraggio ad es.). Accade infatti che in un repentino swich off/on la mente è costretta a registrare una serie di nuovi segnali da decodificare, come nel gioco delle differenze e deve pure sbrigarsi. Se questa non è una (miracolosa) sorpresa!

Il confronto fra dov’eri e dove ti trovi una volta giù dal treno, è subito agile, eccitante: quella stazione / questa stazione; a tratti involontario <ma come, lì c’era il parquet, e qui è sporco come non pulissero da mesi> ; a tratti impetuoso, la Bellezza invadente di Parigi / gli edifici in mattoni di Londra -in infinite varianti, ma sempre di mattoni-.
Due mappe di due città diverse in borsa, due tipi di moneta, due lingue che ti girano in testa, due metro card, qui il bus 38 e lì il 63. Tutto da usare quasi contemporaneamente.
Le due città finiscono per saldarsi, un pezzo dell’una diventa un quartiere dell’altra, ognuno con la sua specificità. Differenze, analogie, differenze, differenze.
Quel balzo prodigioso che Proust descriveva avvenire nella nostra mente, si realizza ad ogni passo, e ogni passo diventa più leggero ad ogni passo.

Per salire su un volo di linea devi organizzarti per tempo: devi prima uscire dalla città per raggiungere l’aeroporto. E poi bagaglio, attesa, check-in, ingresso, attesa, imbarco. All’arrivo, la processione d’uscita, il ritiro bagagli, cerca il trasporto migliore per entrare in città. Il volo è straniante, è bello per questo, insolito, come non è un viaggio in treno, ma la differenza fra la partenza e l’arrivo qui si perde, si sfilaccia. Molte sono le interferenze che ibernano la percezione perché il (non)luogo-aeroporto funge da camera di decompressione rispetto all’ambiente che lasci o che trovi, ed è uguale, alla partenza come all’arrivo. Per salire su un treno –invece- devi semplicemente andare alla stazione e all’arrivo uscirai dalla stazione. Dal centro al centro. Fatto! <Un balzo che viene schematizzato dall’operazione misteriosa che si effettua in quei luoghi speciali, le stazioni, i quali non fanno parte –per dir così- della città ma contengono l’essenza della sua personalità allo stesso modo che ne portano il nome su un cartello segnaletico> (Marcel Proust, ibidem).

Sembra il testo dei bandi di progettazione internazionale pubblicati dalle Ferrovie delle Stato, quelli che hanno decretato l’investitura ufficiale dei progettisti: AREP per Torino Porta Susa, Calatrava per Reggio Emilia, Isozaki per Bologna e la nuova Bologna Centrale, Foster & Arup per Firenze Belfiore, ABDR per Roma Tiburtina, Zaha Hadid per Napoli Afragola e Samyn & Partners per l’interscambio Vesuvio Est. Sembra la descrizione di Madrid Porta Atocha che dovrebbe collegarsi in un unico link di alta velocita’ con Londra, passando per Parigi.
Quanto quelle stazioni conterranno realmente i geni della città che esprimono e quanto invece si esprimeranno esclusivamente per se stesse (o per l'archistar di turno) con l’alibi di rappresentare  “segno architettonico di forte identità per il territorio”, sarà dato saperlo ad opere concluse, quando scenderemo dal treno.  Lì sapremo se si tratta di meteoriti scagliati al suolo o veri e propri luoghi urbani, che lo interpretano quel territorio anziché violarlo.

LA POSOLOGIA. Non c’è alta velocità se parliamo  delle nuove linee ferroviarie che attraversano l’Europa a più o meno 300 orari e ammiccano con slogan del tipo “Madrid–Londra in 8 ore senza metter piede in aeroporto”. O anche Madrid-Barcellona in 5 ore inaugurata il 20 febbraio del 2008, immediatamente sold out per fibrillazione collettiva. Oppure l'evento “Torino–Salerno in 5" ore o peggio “Londra–Parigi-Madrid- Malaga che promette 21 ore totali”.
Cos’è, ci andiamo in diligenza? Better fly again and again!
Le tariffe aeree rimangono concorrenziali e pensare alla tratta Londra–Malaga come ad una Transiberiana dell’ovest, risulta evidentemente una forzatura, nel migliore dei casi un lusso per pochi in quanto a tempo e denaro.
La posologia dell’alta velocità deve innanzitutto consentire che si conservi il significato di “velocità alta”. Deve consentire che avvenga il "balzo" di cui parla Proust: rapido, repentino, agile e sorridente. Un viaggio in treno dalle tre ore in poi, distrae (e stanca) ineluttabilmente, e la distrazione separa, rallenta la percezione. Una volta a destinazione tutto faremo tranne che ascoltare il miracoloso gioco delle differenze tra due distinte personalità di due città diverse.

La linea High Speed 1 e’ stata inaugurata il 6 novembre del 2007 alla stazione di St. Pancras International. Un treno ogni mezz’ora salda Londra a Parigi.

Al Mouffetard ho preso del Banon in foglia di noce e un Mont d'Or de Boete . Il treno dalla Gare du Nord e’ partito alle 6.00. Prepara il vino.






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