Gli articoli si guardano, le fotografie si leggono (Arrigo Benedetti)







lunedì 14 maggio 2012

Rogers and Foster Team Four. 19, Murray Mews. London Camden.

Al n. 19 di Murray Mews c’e’ una delle prime opere di Rogers e Foster, quando lavoravano insieme all’epoca del Team 4 (primo studio fondato con le rispettive mogli Su Brumwell e Wendy Cheeseman -subito dopo la laurea nel 1963- per dissolversi 4 anni dopo).

Nelle mews in origine, (1300 circa) si mettevano a ricovero gli uccelli rapaci, con l’uso di carrozze e cavalli vennero poi convertiti in cortili-scuderie. Con l’urgenza della domanda abitativa le scuderie sono poi diventate vere e proprie case, anche se declinate in microscala.

Al piano terra il garage o magazzino, e spesso anche la cucina (laddove un tempo c’erano carrozza e cavalli) e al piano superiore il resto: living room, studio servizi e camere da letto.
Il lotto lungo e stretto è diviso essenzialmente in tre parti: cortile fronte strada, edificio al centro e giardino sul retro, il ben noto backyard della tradizione residenziale inglese. Nella tipologia originaria delle mews, il back yard non era cieco, ma si apriva su una (contro)strada di servizio a mezzi e cavalli.

Oggi “mews” è il termine urbanistico/edilizio che indica l’insieme unitario composto di strada-cortile e quinte continue di case a schiera sui due lati.
Unitario qui significa che non si può prescindere dalla doppia implicazione progettuale: norma urbanistica e regola edilizia insieme. La scala ridotta impone la ricerca di soluzioni di dettaglio di grande effetto e ad alte prestazioni, volta ad ottimizzare ogni (recondita) potenzialità spaziale del lotto. Significa ragionare al centimetro sulle volumetrie (altezze minime, corpi aggettanti e limite filo marciapiede), definirle in relazione a quel che c’è intorno; ragionare su come catturare la luce (massimo irraggiamento per minime aperture, spesso risolte con tagli o soffitti totalmente vetrati); significa pensare alla protezione della privacy su strada: creare filtri all’introspezione visiva reciproca, senza sacrificare spazio prezioso.

Tema progettuale irresistibile, Murray Mews è diventato un catalogo di architettura domestica di piccola scala, da attraversare osservando con attenzione ogni particolare. Tema variamente interpretato in una sfida che ha appassionato molti progettisti, dagli anni Sessanta in poi al punto che alcuni di loro hanno scelto di abitarci.
Murray Mews è una collezione da sfogliare per leggere come sono state risolte esigenze e problemi analoghi con soluzioni architettoniche diverse per stile, linguaggio, materiali ed epoca.

Al civico 19 l’edificio del Team Four è rivestito in mattoni rossi. Appare come un mini-bunker e si articola in un ritmo tripartito di torre/corpo basso; il contrasto tra la massa compatta del mattone e il colore verde rame di porte e infissi gli dà una delicatezza inaspettata. Al 257 c’è MWS di Moxton Architects, riconoscibile per il fronte strada scanalato in metallo antracite. Al 62 di Camden Mews, c’è un “esercizio di stile” di Eduard Cullinan.
Il tema continua, due strade più giù.











Nessun commento:

Posta un commento