Gli articoli si guardano, le fotografie si leggono (Arrigo Benedetti)







giovedì 24 maggio 2012

Georgia Rest Stops. The (lost) Beauty of Complexity.

Beauty of Complexity? (*) Georgia Highway Rest Stops. Per chi avesse dimenticato la Lezione di Las Vegas e il fascino di Complessità e Contraddizioni. Riflessioni "strettamente" personali 


Pezzi di un enorme cingolato rotante sembrano dirigersi minacciosi verso chissà cosa, lungo la E60 East-West Highway in Georgia. L’autostrada collega l’Azerbaijan con la Turchia, dunque l’Asia con l’Europa per intenderci, passando per la Georgia. La geografia è importante e può aiutare. I “mega-cingolati” si trovano in Caucaso, più precisamente nella regione Transcaucasica -di cui Georgia e Arzebaijan fanno parte- un territorio da sempre strategico per il passaggio est-ovest, ma aspro, d’alta quota e difficilmente valicabile. Il paesaggio apre a distese enormi  dove tutto sembra ridimensionato a scala infinitesimale. Il Roads Department della Georgia è alle prese con i lavori di miglioramento della E60 (ha appena ricevuto nuovi  fondi dalle banche asiatiche) e ha commissionato a J. MAYER H. Architects di progettare un sistema di 20 punti di ristoro per la nuova autostrada. 

Nella descrizione del progetto si legge “Due soste sono ora complete, mentre una terza è attualmente in costruzione. Le nuove stazioni di servizio sono situate su alcuni punti panoramici lungo il percorso e fungono anche da elementi propulsori di nuove attività per l’area intorno e le città vicine. Oltre al distributore di benzina vi  si trovano supermercati, ma anche un mercato degli agricoltori e di uno spazio culturale per le arti e artigianato locale”.


L’home page del sito di Mayer Architects la dice lunga sulla passione 3D-optical che comunica la sua architettura: l’immagine incrocia gli occhi e urge un click immediato per sfuggire ad un improvviso  mal di mare. Bisogna far presto anche alla seconda schermata perché le forme ricurvo-digitali qui occhieggiano in flash intermittenti come raggi gamma, da cui difendersi con un altro click.

È naturale ripensare alla lezione di Las Vegas di Robert Venturi e Denise Scott Brown. Imparare da Las Vegas (ancora) oggi, da quel 1972, significa riposizionare le cose che si osservano e che a volte appaiono galleggiare in puro formalismo. Se anche non presente nell’idea di Mayer, lo studio critico dei simbolismi allegorici in fuori-scala, ad uso e consumo della comunicazione/percezione dall’automobile sembra l’unico modo per leggere le nuove Rest Stations sulla E60 in Georgia.

Reviewers ispirati ci vedono enormi catene di DNA, o configurazioni molecolari di mega-cellule preistoriche. Se “la forma segue la funzione” qui sembra “inseguirla” con le ruote di un carrarmato.

(*) mi piace commentare quel che leggo, in questo caso mi ha colpito la recensione al progetto di Mayer pescata sul sito di prestinenza puglisi. certo ne vien fuori un dibattito/monologo. ma mi mono/diverte un sacco


























































































































I Maestri. (courtesy of Venturi Scott Brown)


























































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